Avrò avuto 5 o 6 anni, non di più quando mi sono accorta di avere una passione fuori dal comune per gli animali, cani e gatti in particolare, ma non disdegnavo nessuno, in realtà non facevo niente di particolare, li guardavo, li salutavo, li accarezzavo senza timore e scattava l' amore.
Ero la disperazione di mio padre....
Avevo la capacità di portare a casa un passero caduto dal nido con la convinzione di salvarlo dal suo atroce destino, oppure mi facevo carico del gatto paralitico.
Ero capace di prendere a parolacce i cacciatori che osavano passare sulla proprietà davanti a casa elencandogli le varie leggi sulle distanze di sicurezza dalle persone.
Ero terribile, credo che il mio Babbo se non mi avesse amata mi avrebbe uccisa volentieri!!!
La prima volta che portai a casa un cane era di taglia piccola, dal pelo rosso e morbidissimo. In quel periodo si abitava in affitto in un cascinale e il padrone di casa abitava attiguo a noi, era anziano, direi sui settant anni, occhi azzurri aveva pochi capelli ed erano bianchi come la neve, mi piaceva il tizio, tanto che lo chiamavo nonno, avevo trovato il nonno che non avevo mai avuto!
Lì avevamo di tutto, anatre, oche, galline, conigli, tutti gli animali che facevano contadino insomma.
Il cagnino si sarebbe trovato benissimo!
Lo adoravo e la cosa era reciproca, dividevo con lui ogni cosa, dalla palla al panino con il salame...
Un mattino non lo vidi più, mi rassicurarono, sarebbe tornato di certo!
La sera non era rientrato e la mattina seguente nemmeno, il pomeriggio mi avviai per la strada inghiaiata decisa a cercarlo, ne feci di strada. Non so quanta, ma molta di certo. Alla fine lo vidi in lontananza, corsi e notai che aveva un sacco di juta impigliato nella zampa posteriore, lo liberai dall ingombro e non ci riflettei molto, ero piccola e non ragionavo ancora del tutto anche perché trovandolo ogni cosa era superata no?
Me lo riportai felicissima a casa.
Sentivo però che il nonno si lamentava della scomparsa di un paio di nidiate di anatroccoli, non ci feci caso, sapevo anche se ero piccolina, che le volpi e le faine dovevano mangiare.
Passarono i giorni, quanti non ne ho idea, allora non avevo ancora il senso del tempo,forse una settimana, forse dieci giorni oppure tre giorni, non saprei proprio.
Un mattino il cane di nuovo era sparito....
Uffa, sto piccolo delinquente, mi toccava di ricercarlo, ma dietro la tettoia dove si teneva il trattore sentii il nonno che parlava con la vicina di casa, i bambini si sa tendenzialmente ascoltano:
" Questa volta non torna più gli ho legato un sasso al collo prima di metterlo nel sacco e buttarlo nel Mera, vedrai che gli anatroccoli non spariranno più"
Una fucilata mi avrebbe fatto meno male.....
Non so nemmeno quanto piansi...
Due erano i dolori, il primo la perdita del cagnetto, la seconda il tradimento di quello che io consideravo "nonno"...Il nonno che non avevo mai avuto e che non avrei mai più voluto avere.
Il terzo dolore arrivò dopo qualche giorno, gli anatroccoli continuarono a sparire, il "nonno" indagando a fondo trovò il suo cane con in bocca il corpo del reato.....
Anche questo cane se ne andò e non tornò più in cascina...Altro sasso altro sacco? Non lo so, ma credo che questa sia stata la conclusione.
In quel momento ho deciso tre cose, una di non dare più fiducia a nessuno al primo sguardo e nemmeno al secondo, questo se vogliamo è stato un limite nella mia vita, la seconda quella che non avrei mai giudicato nessuno senza avere delle prove concrete in mano e la terza che gli animali valgono cento volte più di noi!
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