giovedì 27 marzo 2008

Una storia

Ogni volta che leggo o sento parlare di violenza sessuale sulle donne o ragazze che siano, mi viene in mente una storia, una storia...

Quella di una ragazzina di sedici anni portata in campagna dove ha subito la sua violenza, ma non dovete pensare o credere che sia stata la violenza sessuala la peggior cosa, il peggio è il terrore che l accompagna, la paura folle di morire, di non tornare a casa, quello è stato devastante...invece riesce a tornarci per fortuna, e la prima cosa che fa è buttarsi sotto la doccia gelata, ma non sente il freddo, adesso sì che vorrebbe morire, lì in quel momento, all' istante perchè non sa cosa fare, siamo alla fine degli anni settanta e in famiglia non si può parlare di questo, la frittata sarebbe ribaltata su di lei, la colpa sarebbe stata sua per il solo fatto di portare la gonna,le sarebbe quasi certamente arrivato un ceffone da suo padre, allora sceglie il silenzio, anche questo si chiama paura, ma il peso è grande, è un macigno che le comprime l' anima, la massacra giorno dopo giorno, non è servito buttare i vestiti che aveva addosso, forse le servirebbe piangere ma non cè niente da fare le lacrime che potrebbero lavarla non esistono, non escono, allora decide di andare dal suo padre spirituale, il pretino che ascolta i ragazzi, li aiuta e li sostiene, pensa "forse lui mi prenderà per il braccio e mi indicherà la strada"...
Già, la strada che lei sa quale possa essere, ma ha un bisogno tremendo di qualcuno che gliela confermi, e allora parla, a fatica ma parla, si vergogna come un ladro ma dice tutto e lui ascolta..ascolta e ascolta...ascolta..ascolta....
E poi le chiede cosa vorrebbe fare denunciare forse? E' forse matta? I giornali non li considera? Il giudizio delle gente nemmeno? E poi un eventuale processo, tu contro di lui, dai su!!!!
E lì la ragazza vorrebbe di nuovo morire in quell' istante SUBITO!
E i macigni diventano due, enormi, pesantissimi da trascinare , ma bene o male ce la fa.
Si fa la sua famiglia, diventa adulta e capisce che la colpa non è della gonna, anche se lei non l ha mai più portata...
Adesso è un po' più che adulta quella ragazza e anche se sa che è giusto parlarne, ogni volta che legge o sente di violenza sessuale è come se le arrivasse una coltellata al cuore, per questo è pro castrazione chimica, perchè solo chi ha provato può sapere.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Cara Luisa, come saprai qualche mese fa era morta l'avvocatessa Tina Bassi. Lei si era battuta molto sui diritti delle donne vittime di violenze carnali. Era riuscita molto nelle sue battaglie, aveva contribuito a cambiare la mentalità che se una donna viene violentata è colpa sua. Perchè si veste provocante. Purtroppo questa mentalità non è del tutto sradicata.

Io capisco benissimo che chi ha vissuto in prima persona una violenza, è propensa a castrazioni chimiche o altro. L'uomo se agisce di istinto è capace di comportarsi in maniera poco ragionata. Se tutti noi ci facessimo guidare dall'istinto vivremmo in un paese ancor di più incivile.
Io sono fermamente contrario alla pena di morte. Ma è ovvio che se qualcuno mi ammazza la persona più cara io ne desidero la morte! per questo esistono le leggi che regolano il nostro comportamento. Per questo esiste l'etica.

Però per una pena più dura, questo sì!
Nel caso delle violenze sessuali anche secondo me sono troppo morbide.

Permettimi di abbracciare con affetto questa ragazza oramai adulta...

jo ha detto...

poche parole Luisa, e a tutti i buonisti e a chi si reputa più civile di me, e avrà anche ragione... un motto che ho letto su non so più quale nikname e chissa' dove
mi faro' pecora pacifica quando non ci saranno più lupi

Yashix (Yash Criss) ha detto...

Fra le tante forme che il male può usare per
mettersi in mostra ed agire, questa è la più
infame di tutte, quella di agire su chi è
indifeso, su chi non può far niente se non
solo il fatto di subire e sopportare il
dolore di una ferita che non si chiuderà mai
e che continuerà a fargli male.

Credo che in queste situazioni,
anche la giustizia più rigida,
dalle castrazioni ai lavori forzati
eterni per questi maiali, non basta
a ricompensare il dolore che si forma
dentro dopo queste tragedie, forse
può essere di esempio per altri, ma
se il male è installato dentro questi
soggetti, non c'è esempio che possa fermarli.

Luisa ha detto...

La castrazione chimica non è desiderio di vendetta,è il desiderio che quello che è successo non si ripeta su altre donne e questo pensiero è stato un enorme rimorso che ha ulteriormente pesato sull anima di quella donna.
Ieri purtroppo esisteva solo il tacere, o chiamiamolo non coraggio,oggi esiste il modo per rendere innocui questi esseri
(non mi viene il termine di definizione esatto).
La pena più equa è rendergli le palle atrofizzate, perchè il loro istinto ha crato una cicatrice alta due dita, e anche se non fa più molto male è sempre lì a far ricordare.

Yashix (Yash Criss) ha detto...

Il fatto ...che continuerà a fargli male era riferito proprio a quello, cioè no al dolore fisico.

Ma quello che volevo dire e che
certa gente è cattiva dentro,
se gli atrofizzi le palle, sempre
per istinto, non stuprearà più,
ma magari spaccherà la faccia
ad un bambino per esempio.

Il male e il bene sono cose
che non si possono dominare.

Non è distrazione o bravata
di una sera, sono cose che si hanno
dentro, e che fanno la nostra persona,

Simpatico e antipatico
stupido e scaltro
buono e cattivo