giovedì 12 febbraio 2009

Chiare fresce dolci acque...


Leggo e rendo pubblico questo articolo scritto sul giornalino locale da Emanuele Giubasso perché ritengo non sia giusto tenerlo circoscritto nel territorio dove vivo.


L' acqua dell' acquedotto Monferrato è stata sotto stretto controllo dai tecnici dell' ARPA.
(Agenzia Regionale per la Protezione dell' Ambiente)
perché la presenza di materiale radioattivo nelle immediate vicinanze dei pozzi di prelievo che alimentano i rubinetti di casa nostra è un pericolo troppo grande per le popolazioni dissestate dalla sua rete di distribuzione.
La storia di questo grave pericolo per la nostra salute che forse non tutti conoscono è la seguente:
i pozzi dell' acquedotto Monferrato si trovano a Saluggia nel vercellese vicini al fiume Dora ma anche purtroppo troppo vicini agli stabilimenti Eurex e Avogadro, due impianti di nucleari di ricerca che sono gestiti da un' altra società la Sogin una Spa a controllo statale nata da una piccola costola dell' Enel negli anni 2000 che tre anni dopo la sua nascita diveniva gestore di questi siti nucleari dove all' interno delle due vasche sono da anni stipate tonnellate di rifiuti nucleari radioattivi.
Nella primavera del 2007 l' ARPA aveva registrato un inquinamento nucleare nel terreno: le vasche che contenevano i rifiuti atomici non tenevano e c' erano perdite.
Il pericolo era la contaminazione delle acque che arrivano ai rubinetti ed ai consumatori per questo motivo si è iniziato lo svuotamento ed il trasferimento delle scorie radioattive dalle vasche dell' Eurex a quella della ancora più vicina Avogadro che dal lontano 1995 non era più autorizzato a detenere ulteriori rifiuti radioattivi.
Uno spostamento di qualche centinaio di metri che a mio parere non rassicura in quanto ancora troppo vicino ai pozzi di captazione.
In più chi ci garantisce che negli anni precedenti non ci siano state delle fughe di radioattività che noi cittadini ci siamo inconsapevolmente assorbiti tramite l' acqua ed i suoi numerosi usi ( Bollitura, irrigazione, pulizia)?
Per scongiurare ulteriori pericoli alla fine di un convegno tenutosi nella tarda primavera del 2007 l' assessore Regionale dell' Ambiente De Ruggiero concludeva chiedendo al Governo la garanzia dei trasferimenti delle scorie nei tempi promessi ( 3 anni) in Francia e l' individuazione di un sito di stoccaggio oltre che maggiori controlli.
Da parte sua l' allora Presidente di Asti Roberto Marmo sottolineava che che vi erano stati dei ritardi nella presa di possesso del sito Eurex da parte della Sogine che il trasferire i rifiuti nel nuovo sito Avogadro a solo circa 2 km dai pozzi dell' Acquedotto Monferrato non era certo una scelta ottimale per la salute dei cittadini e che a fronte di eventuali ritardi si sarebbero chiesti i danni alla società gestore degli impianti di rifiuti radioattivi.
Alcuni anni fa il sindaco di Pino d' Asti aveva richiesto rassicurazioni all' Acquedotto Monferrato sulla qualità delle sue acque ponendo l' accento oltre al problema delle scorie anche sulle gravi carenze strutturali della rete che causano ingenti perdite di acqua preziosa a causa degli ormai obsoleti e molto fragili tubi di eternit e piombo che portano l' acqua nelle nostre case.
In effetti la rete è devastata da perdite e molto frequentemente notiamo interventi di riparazione delle tubazioni che cedono e allagano nel migliore dei casi le strade ma anche le abitazioni soprattutto nei punti in cui la pressione di pompaggio risulta più elevata anche a causa della naturale ostruzione dall' interno dei tubi di approvvigionamento a causa del calcare ormai d' epoca.
Personalmente mi è capitato più volte di avvertire odore e gusto di calcare durante il consumo dell' acqua ed una forte clorazione è sintomo di una volontà da perte del gestore di abbattere la carica batterica delle acque.
A questo punto visto che la clorazione è pratica molto costosa per i gestori della rete, mi viene il dubbio che anche dal punto di vista batteriologico le acque non siano un granché, ameno che non si clori l' acqua per gonfiare i portafogli delle società che producono cloro e se lo fanno pagare.
Intanto i tubi si rompono e l' acqua molte volte ha un gusto sgradevole: a quando una richiesta di rifacimento per il tratto di acquedotto di nostra competenza?
Esiste un rappresentante per la nostra area territoriale che riunisce più comuni, esiste anche la Comunità Collinare per potere chiedere al Consorzio un intervento di rinnovo della rete.
A Schierano due estati fa il gestore ha interrotto la fornitura di acqua adducendo a degli evidenti cali di pressione nella rete di distribuzione: alla richiesta di informazioni via telefono al servizio guasti mi hanno risposto che la causa dell' interruzione era la mancanza di pressione a causa dei contadini e degli abitanti che bagnavano orti e giardini.
Forse quel tale non pensava che da noi l' acqua costa e anche cara.
Può darsi invece che facilmente si trattasse di un caso analogo a quello successo una settimana fa tra le località Pozzo/ Poignà e cioè un altro nuovo scoppio di una tubatura che ha impegnato più persone a riparare il guasto e quindi ad extra costi che si ripercuoteranno senza dubbio sulle prossime bollette.
Quando arriveranno, le prossime bollette, e fino a quando nessuno si muoverà per portare a galla le evidenti carenze della rete acquifera sul nostro territorio, almeno, per dimenticare beviamoci su...una buona Barbera che fa buon sangue.

E. Giubasso.



1 commento:

ღღ Š î $↕ Ŧ ۞ ღღ ha detto...

ciao un saluto e un pensiero
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sisifo