martedì 29 settembre 2009

Post difficile


C'era una volta una bambina,

viveva con un padre comunista, una madre sulla via dell' alcolismo, un fratello su una sedia a rotelle, una sorella che era un fantasma e un altro fratello gay,
vivevano tutti in una casa di campagna, distante dal paese tanto che per andare a scuola ci si impiegava 45 minuti, non avevano il bagno in casa né l' acqua, neppure quella fredda,
dormivano al freddo d' inverno e al caldo torrido d' estate.
La bambina nella sua solitudine imparò a leggere e a scrivere a 4 anni, tant'è che quando arrivò in prima elementare la maestra non sapeva gestirla, lei guardava gli altri fare le aste e si annoiava.

Quella bambina sono stata io.

A quei tempi non si poteva far fare il salto di classe così la maestra impietosita mi dava dei libri da leggere e mi mandava con la bidella, alla fine anche gli altri impararono a scrivere, leggere e far di conto e io fui integrata finalmente con gli altri bambini.
Facevo la seconda elementare quando in un problema notai che i miei compagni non scrivevano nulla, quindi non osai tracciare nulla sul foglio.
Il risultato fu uno zero largo due pagine per tutti.
Era orribile quello zero, ma ero felice di averlo preso, per me aveva un significato: uguaglianza.
Ero una bambina serena nonostante tutto, un giorno mi chiamò la mamma della puttana del paese ( in ogni paese abitava una puttana).
La puttana aveva generato una figlia che doveva prepararsi ad andare a scuola.
La nonna di quella bambina, che si chiamava Alda, mi chiese aiuto.
L' aiuto consisteva nel far capire che sedersi ad un banco con altri bambini non era un dramma, anche se la guardavano male.
Non mi tirai indietro, ma quando vidi Alda per la prima volta mandai giù più volte la saliva.
Dormiva su una cassapanca di legno, per materasso una coperta militare e per coperta una coperta militare, dentro la cassapanca tenevano il pane per le galline.
Alda dormiva in cucina e le pareti erano nere per la fuliggine del camino.
Sulla testa della bambina spiccava una ciste grossa come una noce e i suoi capelli biondi lì non crescevano.
Era primavera e tra una cosa e l' altra mi resi conto di avere poco tempo per la convinzione.
Qualche giorno dopo mi presentai a casa di Alda con la mio vecchia attrezzatura, era ora di cominciare a lavorare.
Giorno dopo giorno feci capire alla bambina come si temperava una matita, il nome dei colori, il pallottoliere mi aiutava a fargli capire le decine dalle unità, l' alfabetiere le lettere.
Se io mi sentivo sfortunata riuscivo a vedere il lei l' animaletto nascosto che aveva dentro.

Arrivò il primo giorno di scuola.

Sua madre aveva il suo bel daffare e sua nonna non andava in paese perchè aveva il cosiddetto
" gozzo" per cui si vergognava, così la portai io.
le presi la mano e con il nostro grembiulino salimmo le scale, io salutavo gli altri alunni ma loro nulla, si giravano dall' altra parte.
Andò avanti così per qualche giorno, non capivo il perchè nè il percome.
Finché un giorno una bambina, la più ricca, quella che era figlia unica, con la faccia da culo, mi prese in disparte dicendomi:-Ti regalo 12 pennarelli Giotto se diventi mia amica del cuore-
E io:- Mi fa piacere, ma non è necessario, se vuoi diventiamo amiche anche con una cicca usata-
Lei:- No, no, 12 pennarelli, tanto è mia zia che ha il negozio, però non devi più venire a scuola con Alda-
Io la guardai sbalordita.....Ma come...Perché?
Lei ripose lapidaria:- E' la figlia della puttana del paese, cosa vuoi? Lei o me?-
E' stato un attimo, in attimo mi sono passate davanti le sue bambole, che io non avrei mai potuto avere e la cassapanca con la coperta militare, l' attimo dopo ho scelto la cassapanca.
Ho passato tre anni con Alda, mano nella mano, ho passato tre anni a mangiare le ciliegie di sua nonna, che certo non avevano il sapore di una bambola di plastica.
Tre anni in cui abbiamo faticato tutte e due, ma quando io me ne andai alle medie lei aveva altri amici e io la sicurezza di avere fatto la scelta giusta.

Piero , questa è mia idea di "essere di sinistra".

Bisogna essere il grado di scendere, togliamoci dal tresopolo, questo non lo dico a te ma tutti quelli che hanno avuto la pazienza di scendere a leggere una storia come questa, che è vera come lo sono le mani che stanno scrivendo.




lunedì 28 settembre 2009

Telegraficamente.


Settimana di merda. STOP.

Finita con Irma chiusa fuori casa, un casino, vetro rotto, macchina che non partiva. STOP.

Il blog fa quella che vuole e io non riesco a sistemarlo. STOP.

Peggy ha mangiato qualche carogna e adesso ha la caghetta. Stop.

Attaccato in cucina i vassoi della Coca-Cola e uno alla volta sono caduti. STOP.

Credo che mi ritirerò in convento a meditare.Stop.

lunedì 21 settembre 2009

Oggi è lunedi, la clemenza non è contemplata nemmeno sta settimana.

Ho sentore che nemmeno questa settimana il destino sia clemente per me, sapete a volte si fanno delle azioni che non si farebbero mai, ma in quel momento è d' obbligo farle, è tutto un concatenamento dall' inizio alla fine.
E' stato così che mi hanno rubato lo zainetto, con tutto dentro, tranne le chiavi.
Se ci penso ancora adesso mi sembra surreale, invece così è stato.
Dopo i primi sbalordimenti e l' incredulità la prima cosa da fare è andare a far denuncia per i documenti.
Tra le colline raggiungo la piccola stazione dei Carabinieri, suono, mi viene aperto il portone, spiego i fatti e mi vengono richieste due cose, così tanto per fare le cose per bene.
Servono due fotografie e il numero della carta d' identità.
Scollino e dalla provincia di Torino arrivo in quella di Asti nel paese dove mi hanno rilasciato il documento d' identità, mi viene detto che anche nel mio paese di residenza sanno il numero della carta, spiego che la denuncia la devo fare nella stazione di competenza dove è avvenuto il furto e che per andare nel mio comune dovrei sobbarcarmi altri km, capiscono, sanno che è una zona scomoda, curve, salite, discese, strade strette e mi rilasciano il benedetto numero.
E' Lunedì e vago alla ricerca d qualche fotografo aperto o di una macchinetta automatica, non ne trovo mezza...
Penso:" ok nel pomeriggio il centro commerciale è aperto, ha il fotografo" Rimando tutto a dopo pranzo.
Alle 15.35 sono lì davanti all obbiettivo con la faccia un po' incazzata tanto che la commessa afferma che sono venuta un po' seria, volessi rifarle prima di stamparle...
Dico che vanno benissimo così, rispecchiano bene quella che sono.
Esco mi fermo a comprare un pacchetto di caramelle perché ho la gola che brucia da tanto che ho fumato e riparto per il paesino, salgo, scendo, curva a destra, tre a sinistra e via discorrendo.
Sono davanti alla caserma alle 16.30 in punto, lo so perché la campana del paesino mentre suono il campanello batte il rintocco della mezza...Non c'è un anima, la caserma è completamente chiusa guardo il cartello degli orari che mi dicono beffardi -ORARIO DALLE 8.30 ALLE 16.30.
Bestia, penso la tempistica qui è forte.
Resto con le mie foto in mano e il biglietto rilasciato dal comune, schiaffeggiata dall' orario, però non posso non fare denuncia, non dormirei sapendo che i miei documenti potrebbero essere in mano di chi non so...
Riparto, scollino di nuovo, mi macino ancora dei km scomodissimi e vado nella caserma della cittadina più vicino pensando che se le caserme piccolo son chiuse non possono rifiutarmi la denuncia, almeno una volta era così, un carabiniere l ho sposato, qualcosa saprò...Forse...
Mi trovo dinanzi a una caserma nuova di pacca, rosa, con un bel parcheggio insomma le sedie della sala d' aspetto non avevano odor di muffa tanto per intenderci.
Arriva la divisa e io spiego, comincia a fare mente locale se per caso ci fosse nel circondario qualche altra caserma a cui dirottarmi, gli dico, con cortesia che sono piccole stazioni, TUTTE , e che chiudono presto.
Il brigadiere si rassegna, ma comincia a fare storie sulla mia identità, nel senso che non ho nessuno che garantisca che io sono proprio io...
Oh cazzo! Non avevo pensato di rompere i coglioni a qualcuno, farlo smettere di lavorare per testimoniare che io fossi proprio io....
Alzo gli occhi al cielo, mi cadono le braccia e se le avessi le palle sarebbero rimbalzate sulla scrivania.
Come si fa? Chiedo.
Va nel suo Comune richiede un nuova carta d' identità, me la porta e allora io saprò che lei è lei e siamo a posto. Risponde.
Mi chiedo se mi sta prendendo per i fondelli ma "trasso" ribattendo che se vado in comune senza una denuncia del furto cosa fa l' impiegato? Mi rilascia un secondo documento sulla parola?
Non è il cane che si sta mordendo la coda?
Lui allarga le braccia...
Io invece comincio a voler mordere...
Senta, dico, io voglio solo che voi mi rilasciate una carta dove prendete atto che i miei documenti non sono più con me, che sappiate nel caso succeda qualcosa, qualsiasi,che una certa tizia-sempronia ha sporto denuncia, poi domani penseremo al resto e voglio dichiarare anche che nello zaino vi erano le mie amate forbici da potare che potrebbero essere classificate come arma bianca....MI SONO SPIEGATA????
Ha capito, comincia a scrivere...
In tutto questo parlare siamo stati più volte interrotti perché il cancello carraio della nuova caserma ha dei problemi...Si apre a cazzo...Quando e come vuole...
Non è un mio problema penso, io ho già i miei seri motivi per essere inviperita.
Il brigadiere finalmente finisce di scrivere, mi porge i fogli da firmare, domani però devo portargli il documento di identità e nel frattempo non posso ovviamente guidare, così dice.
Rispondo che certo, adesso chiamo un taxi e senza soldi, solo con le mutande mi farò portare a casa. Riesce quasi a fare un mezzo sorriso.
Faccio per salutare e vedo due carabinieri con in mano un piccone e un piede di porco...
Li guardo e loro dicono:" Massimo ( è il nome del brigadiere) su dai, che qui si vuole fare la guerra, ma non si può chiamare l' elettricista per riparare il cancello, forza andiamo a vedere cosa si può fare!"
La domanda dentro me è sorta spontanea: " Ma ai prossimi concorsi l' Arma chiederà dieci uomini con diploma da idraulico, dieci elettricisti, dieci meccanici, dieci muratori e così via? Così, tanto per risparmiare sulla manutenzione?"
Nessuno me ne voglia ma cazzo siamo messi proprio malino con le divise,cioè ,loro son proprio messi maluccio....Sono entrati nell' arma con un ideale e si trovano a fare i manutenori.
Complimenti!

domenica 20 settembre 2009

Le mie cazzate serie

Martina è morta, ci ha impiegato due anni e due interventi e a furia di mangiare di tutto è di più è riuscita nel su lento suicidio, non so il perchè, ma quel mattino, due giorni fa l ho pensato, un brutto pensiero, ed è successo.
Restano la sua ciotola rossa, il suo collare e il ricordo dei suoi sorrisi un po' da cretina.
Mia figlia ha investito un gatto, ci è morto così, sul tavolo, tra pianti e dolore, lacerati dall' impotenza, consapevoli che un attimo cambia la visione del tutto, un attimo e nulla è più come prima.
Oggi è arrivato il cane di strada, lo terremo noi, fino a quando non si sa, io non credo agli affidi temporanei.
Se ci penso un attimo...Tre giorni e gli asetti della mia vita si sono stravolti.
Destino, lasciami in pace questa settimana, per favore.

venerdì 18 settembre 2009

P.D.P

Negli anni passati molte volte ho chiesto a chi votava Berlusconi:-Perchè?-
La risposta era sempre più o meno questa:-Perchè è un uomo che si è fatto dal nulla, e diventato ricco, è un imprenditore e chi vuoi che salvi l' Italia se non uno come lui?-
D' impulso, ho sempre ribattutto che anche Paperon De' Paperoni era un povero minatore nello Yukon, ma che del bene non ne faceva neppure ai suoi nipoti se non in cambio di qualcosa-
Discorso chiuso, con certa gente, parlare è come lavare la testa agli asini, si spreca tempo e sapone.
Ieri sera a Ballarò, Concita De Gregorio ha espresso lo stesso concetto, solo che i tirapiedi di P.D.P sono stati bravi a stravolgere i concetti e si sono pure offesi mettendo in mezzo anche gli elettori....
Bella mossa, ma credo fortemente che gli Italiani non siano tutti asini.

FINE DEI POST POLITICI SU QUESTO BLOG,
DA DOMANI SI COMINCIA CON LE CAZZATE,
QUELLE VERE.



martedì 15 settembre 2009

Ricordo

Cosa potrebbe dire oggi ?



''Ho guadagnato una vita,
un biglietto per la morte e viaggio ancora,
in certi momenti ho creduto di essere alla fine del viaggio,
mi sbagliavo erano solo imprevisti del cammino''

Alekos Panagulis

domenica 13 settembre 2009

Cambiare

In ogni vita, sopratutto vita da donna esistono i cambiamenti.
Vi sono quelle che si tingono i capelli di rosso fuoco, quelle che si fanno un tatuaggio, quelle che si prendono la patente del camion, quelle che si aprono un negozio, quelle che si fanno un amante, quelle che si mettono i tacchi a spillo.
Cambiano.
A qualsiasi età e per qualsiasi motivo cambiano, di botto.
Qui, per me, casca l' asino.
Ho fatto un rapido conto su quello che potrei cambiare,
potrei, per esempio, andare dal parrucchiere e togliermi quel nido di gazza color topo muschiato che ho in testa, tornerebbe dopo tre settimane, i miei capelli devono avere una risorsa di concime infinito ( non ditemi che ho merda in testa perchè vi fucilo).
Potrei togliermi le scarpe da tennis e infilarmi dei tacchi in modo di sembrare una stangona, (il mio femore è già rotto al solo pensiero).
Potrei decidere di farmi crescere le unghie e laccarle di rosso ( ma non ce la farei a scrivere con le unghie, devo avere i polpastrelli).
Potrei...Potrei, se volessi.
Ho deciso, voglio restare quella che sono.
Le gazze ci stanno bene sui miei capelli, con le scarpe da tennis non si ha un andatura da star ma si corre, le unghie corte sono comodissime per prendere dal collare un cane.
Una sola cosa cambierò: le tende di casa e il colore delle pareti, mezzo lavoro è già fatto il resto lo farò.

venerdì 11 settembre 2009

Quando il buonsenso va in ferie

E' risaputo quanto a me piacciono gli animali, tutti indistintamente, è anche palese per chi mi conosce anche poco la mia predilizione per i cani e gatti, se così non fosse non potrei mai lavorare dove lavoro. Nel corso degli anni mi sono accorta di avere molte più cose in comune con gli animali che con gli esseri umani, diciamo che sono diventata, con le dovute proporzioni, asociale.
Oggi mi sono sentita tale ancor più del solito, perché un cane randagio proveniente dal sud Italia, azzannato per strada, molto probabilmente con una zampa amputata o nel migliore dei casi molto mal messa ( le notizie non sono chiare).
Un cane del genere è in viaggio per il Piemonte, non è la prima volta e purtroppo non sarà nemmeno l' ultima, da noi sono approdati cani Sardi, Siciliani,Laziali, insomma non ci creiamo dei problemi, non si può aiutare tutti, ma qualcuno sì.
Non è questo il punto, il punto sta nel fatto che il sopraddetto cane è un cane di strada, quindi automaticamente oltre che curato per le ferite che avrà dovrà essere messo in quarantena, come tutti i cani di dubbia provenienza.
E sono incazzata nera...
Oh sì!
Perchè mi chiedo come si possa fare a salvare un cane senza sapere dove collocarlo.
In effetti dalle prime notizie arriverà sì qui, ma non si saprà dove andrà, certo noi siamo disposti a prenderlo in consegna ma non si può bussare alle porte mentre l' animale è in viaggio, quando parte deve avere una destinazione certa, non approssimativa: -tanto da qualche parte lo si sistema - Non funziona così....
Nella mia testa almeno non funziona così, non che io sia dotata di intelligenza, ma di buonsenso credo di sì.
Non ho nessuna tessera animalista nel portafoglio, faccio la beneficenza alla protezione animali quando stilo il 740, tutto lì, non mi riempio la bocca di belle parole.
Di animali dalla strada qualcuno l ho tolto anche io, però avevo le idee chiare sul non farli diventare dei rimpiattini.
Sarebbe come togliere un bambino da un cassonetto, pulirlo, dargli da mangiare e poi sistemarlo su un treno...Qualcuno se ne farà carico....
Sì ma chi? In che modo?
A volte, davvero, mi chiedo perchè il buonsenso vada in ferie.

giovedì 10 settembre 2009

Mazzucco-Ozpetek




Finalmente sono riuscita a vedere il film di Ferzan Ozpetek, tratto dal libro
" Un giorno perfetto" di Melania Mazzucco.

Dico che Ozpetek è un gran regista e la Mazzucco una grande scrittrice, mi aspettavo anche che mancassero dei pezzi, perchè il libro è molto articolato, però che la storia fosse basata quasi esclusivamente sui personaggi primari e purtroppo fatti conoscere poco nel loro intimo non lo avrei immaginato.

Alla fine è una storia qualunque, certo, dei giorni nostri, ma il regista si è quasi limitato alla cronaca nera, il libro è ben altro.

Se vi piace il genere guardatelo, ma io lo dico, dovete leggere il libro per poter dare un giudizio al film.

Il mio non è sufficiente, mi spiace perchè Ozpetek mi piace, ma stavolta si è perso per strada, tranne che per i primi piani che sono comunque favolosi.

sabato 5 settembre 2009

Non ho parole.


Nuova influenza/ Napoli,celebrati in solitudine funerali Gaetano

venerdì 4 settembre 2009

Pia illusione

Da ragazza, facevo la cameriera in un bar, che, per come può sembrare adesso, era squallido.
La clientela era perlopiù la solita, tipo: vedevo parcheggiare il tale e sapevo già che la consumazione era un caffè corretto Anice, oppure la famosa bicicletta o se in erano tre il triciclo, il bianco corretto Aperol o Campari...i più fighi bevevano il Nano ( che non è il cavaliere).
Dentro il locale tavoli così squallidi che a pensarci adesso mi viene l' orticaria, sedie sgangherate di paglia, il famoso Jukebox, l' altrettanto famoso Flipper, il conosciutissimmo Biliardo e il mazzo di carte intrattenevano i clienti.
A una certa ora però, dopo che le serrande erano chiuse e le sedie rivoltate sui tavoli, tranne uno, il più nascosto dall ingresso, tutto cambiava, il mazzo di carte non era più il tradizionale, ma veniva cambiato con le carte francesi e il Poker la faceva da padrone tra bottiglie di Spanna, Barbera o Sassella.
Ho visto tante persone, perlopiù le stesse, lasciare le braghe sul tavolo per il semplice fatto che, o cambiavano le carte male, o non le cambiavano affatto.
Per questi motivi e anche per altri non mi piace la gente che gioca per soldi, mi viene il voltastomaco se per disgrazia entro da un tabaccaio e vedo la gente alle Slot, non mi fanno pena, mi fanno rabbia, se per un attimo potessi essere il giustiziere del gioco prenderei a sprangate macchinette e esseri umani, ma dato che non lo sono e la mia vita non è un film non mi resta arrabbiarmi con chi gioca e con chi dà la possibilità di giocare.
E comunque dato che gli anni sono passati, ma il gioco tiene, sarebbe una pia illusione quella di far cambiare qualcosa, ho anzi, idea che tutto peggiorerà.

giovedì 3 settembre 2009

Sì, sì, lo so che tutti lo sanno

« Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.
Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell'autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l'indicazione dei responsabili.
In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento dell'autorità giudiziaria, il sequestro della stampa periodica può essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che devono immediatamente, e non mai oltre ventiquattro ore, fare denunzia all'autorità giudiziaria. Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore successive, il sequestro s'intende revocato e privo di ogni effetto.
La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica.Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni. »
(Costituzione della Repubblica Italiana, Articolo 21)

Quando un uomo, o una donna ,
sceglie di essere politico, quindi persona pubblica,
ho il diritto di sapere tutto, ma tutto,
se necessario anche il colore delle sue mutande.

martedì 1 settembre 2009

Delirio di onnipotenza

"Il problema e' che alcuni giornali hanno pubblicato queste dieci domande cui io non ho risposto non perche' non posso rispondere perche' non ho nessuna difficolta' a farlo, ma perche' non rispondo a domande insolenti, offensive e diffamanti", ha detto Berlusconi.
Poi aggiunge: "Non sono malato, sono meglio di Superman".

http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=130687

Solo davanti a loro non mi vergogno di piangere, perchè asciugano le lacrime meglio di un fazzoletto di lino.